Sappiamo che i profitti delle banche italiane nel 2024 sono stati impattati positivamente da diversi fattori, il primo dei quali sta nei tassi di interesse molto alti decisi dalle banche centrali per combattere l'inflazione che, come noto, hanno consentito alle banche di aumentare il margine di interesse, ossia la differenza tra gli interessi che guadagnano sui prestiti e quelli che pagano sui depositi.
Se nel 2025 i tassi di interesse, come prevedibile, dovessero scendere, questo potrebbe avere un impatto sul conto economico delle banche, ridurre il margini di interesse
Figura 1: Utile netto delle banche italiane (2018 – 2024)
Fonte: Listed italian banks reports, FABI (Federazione autonoma bancari italiani). Le previsioni non sono indicative della performance futura e qualsiasi investimento è soggetto a rischi e incertezze.
Più resistenti che in passato al calo dei tassi, perchè più diversificate nei ricavi
Tuttavia, ci sono anche fattori che dovrebbero continuare a sostenere la redditività delle banche italiane, anche in uno scenario di tassi più bassi:
Approfondiamo un po' l'aspetto dell'asset management e dei servizi advisory a pagamento, e vediamo come questi stiano giocando un ruolo nell’aumento della redditività delle banche italiane, soprattutto nel contesto di una gestione più efficiente delle risorse, che include la riduzione del personale e una presenza fisica più contenuta sul territorio.
Le banche italiane, in particolare quelle che offrono servizi di asset management, stanno cercando di diversificare e aumentare i loro ricavi attraverso l'espansione dei servizi di consulenza finanziaria e di gestione patrimoniale a pagamento. In altre parole, oltre ai margini d’interesse sui prestiti, le banche cercano di ottenere un flusso costante di ricavi ricorrenti attraverso la gestione di fondi e di portafogli individuali d’investimento.
Nel 2024, ad esempio, l’asset management ha registrato performance robuste grazie al recupero dei mercati azionari e obbligazionari e ai positivi flussi di raccolta.
Le banche italiane, da parte loro, hanno potuto beneficiare di commissioni di gestione e performance più elevate, soprattutto grazie all'interesse crescente per soluzioni di investimento personalizzate e, ovviamente, a pagamento.
In particolare, il modello di servizi advisory a pagamento (in parziale sostituzione delle commissioni sul prodotto) è un passo importante verso il miglioramento e la stabilizzazione della redditività.
Le banche “commerciali” tradizionali, ma anche le reti, offrono servizi di consulenza a pagamento, stimolando e fruendo di una crescente domanda di soluzioni di investimento personalizzate.
Questi servizi generano per le banche ricavi ricorrenti, e relativamente insensibili alle fluttuazioni dei mercati, come accade invece per le commissioni sui fondi.
Secondo un rapporto di Assogestioni (l'associazione delle società italiane di gestione del risparmio), nel 2023 il patrimonio complessivamente gestito dalle società di asset management italiane ha raggiunto i 2.400 miliardi di euro, con un incremento consistente rispetto agli anni precedenti: nel 2024 ha superato i 2.500, pur soffrendo ancora della brutta abitudine dei risparmiatori italiani a detenere un’eccesso di liquidità non investito.
Più leggere nei costi operativi e negli accantonamenti
Un 2’ tema di rilievo riguarda la riduzione del personale e l’ottimizzazione della presenza fisica sul territorio: ora, le banche italiane stanno accelerando il processo di digitalizzazione e di riduzione della rete di filiali, un trend che si è intensificato soprattutto dopo la pandemia di COVID-19.
Molte banche stanno adottando piattaforme digitali avanzate che consentono di erogare servizi bancari e di consulenza a distanza, riducendo così la necessità di una presenza fisica massiccia.
Un esempio emblematico è quello di Intesa Sanpaolo, che ha ridotto la propria rete di filiali del 30% negli ultimi 5 anni, passando da circa 5.600 filiali nel 2015 a circa 4.000 nel 2020, ed a ulteriori circa 800 (dato non del tutto omogeneo) negli ultimi 4 anni.
Nonostante queste riduzioni di presenza “fisica” sul territorio, oppure proprio grazie a ciò, Intesa ha continuato a crescere in termini di redditività grazie a un approccio sempre più digitale e alla crescente domanda di servizi finanziari ad alto valore aggiunto, come l'advisory e l'asset management.
La riduzione della presenza fisica sul territorio non implica necessariamente un minore livello di servizio, ma implica certamente una maggiore efficienza operativa.
Tutte le banche stanno concentrando le risorse in hub digitali e in servizi centralizzati che offrono consulenze online, che possono essere molto più scalabili rispetto alla tradizionale gestione in filiale.
Inoltre, la riduzione del personale è un altro passo verso la maggiore efficienza operativa. Banche come UniCredit, che ha ridotto il personale di 9.500 unità dal 2017 al 2021, Intesa, con largo uso di incentivi all’esodo, e Banco BPM, portano avanti programmi di ristrutturazione, con tagli significativi e “ringiovanimento” del personale, oltre che ad un ridimensionamento del numero di filiali, in parallelo alla crescita dei profitti, favorito dalla digitalizzazione, dalla gestione più efficiente delle risorse umane, dedicate in maggior misura a ruoli commerciali, ed agli effetti benefici della riduzione dei crediti ammalorati.
La combinazione di asset management, servizi advisory a pagamento, e una riduzione del personale tradizionale ha un potenziale enorme per aumentare la redditività delle banche italiane anche in un futuro prevedibile.
Non solo le banche potranno continuare a generare ricavi da commissioni di gestione e consulenza, ma la gestione digitale e centralizzata consente loro di abbattere i costi operativi, migliorando i margini.
Naturalmente, la sfida principale sarà mantenere l’equilibrio tra redditività e customer experience. Se le banche riducono troppo la presenza fisica sul territorio, rischiano di perdere una parte della clientela che ancora preferisce interagire in modo tradizionale. D’altro canto, il settore dell’asset management potrebbe continuare a prosperare, a condizione che le banche sappiano adattarsi alle nuove esigenze degli investitori e offrire soluzioni personalizzate, meno onerose, e di qualità.
Conclusioni
Nel complesso, sebbene i tassi di interesse possano ridursi nel 2025 e oltre, le banche italiane hanno diverse leve a loro disposizione per mantenere la redditività. L'asset management e i servizi advisory a pagamento sono settori che continueranno a prosperare, soprattutto se le banche sapranno adattarsi rapidamente alle esigenze di un mercato sempre più orientato al digitale e a servizi di consulenza personalizzati. La riduzione del personale e la digitalizzazione sono passi necessari per ottimizzare la struttura dei costi, ma le banche dovranno bilanciare questa razionalizzazione con un'attenzione continua alla qualità del servizio per evitare di alienarsi una parte della clientela più tradizionalista.
In sintesi, il trend positivo potrebbe continuare nel 2025, ma dipenderà molto dalla capacità delle banche di adattarsi ai tassi più bassi e di diversificare le loro fonti di reddito. In ogni caso, un abbassamento dei tassi richiederà una maggiore attenzione alla gestione dei costi e all'efficienza operativa.
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